LA LOTTOMATICA SS LAZIO E LA FONDAZIONE GABRIELE SANDRI ANCORA INSIEME
L’11 Novembre presso l’Istituto compresivo ” La Giustiniana” si è svolto il Secondo Premio Letterario Gabriele Sandri, dedicando il premio ad Andrea Pesciarelli.
Al premio letterario è intervenuto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore alle qualità della vita e sport Luca Pancalli.
La Lottomatica SS Lazio a nome del Presidente Paggi Moreno ha rinnovato la comunicazione sociale contro la violenza negli stadi mettendo sulle proprie maglie il Logo della ” Fondazione Gabriele Sandri”
Sono passati sei anni dalla morte di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso l’11 novembre del 2007, mentre era in viaggio in macchina, con quattro amici e supporter biancocelesti, diretto verso lo stadio Meazza per vedere la partita Inter-Lazio. Durante una sosta nell’area di servizio ia del Pino, ad Arezzo, sulla A1, fu colpito dall’agente della Polstrada Luigi Spaccarotella, poi condannato per omicidio volontario a nove anni e quattro mesi in Cassazione. Per ricordare il suo tifoso la Lazio ha ostato sul proprio profilo Instagram una foto-ricordo dedicata alla sua memoria, mentre la famiglia e la Fondazione che porta il suo nome lo hanno ricordato attraverso la seconda edizione di un concorso letterario, con una cerimonia all’Istituto Comprensivo ”La Giustiniana” di Roma.
SEI DALLA MORTE DI GABRIELE SANDRI – A sei anni di distanza, i tifosi della Lazio e non solo ricordano ancora quanto accaduto sei ann fa. Durante la sosta nell’area di servizio, Sandri e gli amici avevano incrociato un gruppo di tifosi juventini, che stavano andando a Parma, e la pausa caffè era degenerata in una rissa. L’agente Spaccarotella, una volta sentite le grida e vista fuggire un’automobile, aveva pensato a una rapina dal benzinaio, decidendo di azionare la sirena. A causa del mancato stop dell’auto l’agente aveva però sparato un colpo di pistola, uccidendo ”Gabbo” – così come era soprannominato Gabriele Sandri, ndr – che, in base a quanto raccontarono gli amici, stava dormendo sul sedile posteriore. Nei confronti dell’agente Spaccarotella, durante le indagini preliminari, non vennero disposte misure cautelari. In primo grado era stato condannato in primo grado a sei anni di reclusione per omicidio colposo, determinato da colpa cosciente. La pena era stato invece aggravata in secondo grado, quando i fatti erano stati qualificati come omicidio volontario per dolo eventuale. Tanto che erano stati comminati nove anni e quattro mesi di reclusione. La sentenza era poi diventata definitiva in Cassazione, con il rigetto del ricorso da parte dell’imputato. Una volta terminato il processo, era stato il padre Giorgio Sandri a commentare come si trattasse di «una sentenza di diritto», oltre che «una vittoria di tutti». «Giustizia è fatta anche se non è stato facile», aveva spiegato. Al contrario, Spaccarotella aveva spiegato che avrebbe «affrontato la situazione e il carcere da uomo».
IL RISARCIMENTO – Come risarcimento nei confronti della famiglia era poi stato deciso un risarcimento di tre milioni e 100mila euro. Era stato poi la Corte dei Conti toscana a decidere sulla somma che Spaccarotella doveva versare al Ministero degli Interni, come titolo di danno indiretto patito dall’erario. Ovvero, metà dell’ammontare – 1 milione e 550mila di euro. Secondo la Corte, nel caso dell’omicidio di “Gabbo” c’era stato «un concorso di esigenze di giustizia e di opportunità che non poteva ricadere integralmente sul convenuto».
IN MEMORIA DI GABRIELE SANDRI – A sei anni dall’omicidio, la Lazio ha deciso di ricordare il suo tifoso con uno scatto in suo onore:
Nella mattinata di lunedì, invece, alla scuola media “La Giustiniana” a Roma è stata organizzata la seconda edizione del premio di letteratura calcistica organizzato dalla Fondazione che prende il nome del tifoso ucciso. Questo quanto dichiarato dal fratello:
«Sono trascorsi sei anni dalla scomparsa di mio fratello e circa quattro dalla formale costituzione della Fondazione che porta il suo nome. L’idea di svolgere la manifestazione all’interno di un istituto scolastico, rispetto alle sfavillanti sale istituzionali, è apparsa più confacente allo spirito della Fondazione. Il nostro obiettivo è diretto a coniugare lo sport e il sociale ed è giusto presentare l’attività della Fondazione in una scuola. Il modesto contributo che in questo senso possiamo offrire deve essere condiviso con i più giovani anche per evidenziare loro, in un momento storico assai difficile per tanti motivi, l’importanza di valori genuini, spontanei che superino l’esclusivo materialismo di cui è permeata la società attuale, sport incluso»