Tecnologia per disabili sempre più «smart» Articolo scritto da Chiara Masini, Corriere della Sera
Dalla Buggy Bike alla Fiat 500l con sedile girevole.C’è la buggy bike, la prima bicletta da discesa con quattro ruote adatta alle esigenze di persone con limitate capacità motorie, c’è ebuggy addirittura con propulsione elettrica per salite e ripide discese, c’è la nuova Fiat 500L con sedile girevole, acceleratore elettronico e freno azionabile con una leva a mano. C’è poi un dispositivo della Emac che aiuta a muovere le gambe e, sostenendosi ad un’apposita attrezzatura, a camminare anche a persone che hanno perso il controllo dei loro arti inferiori. Ci sono le mani robotiche ultra rivoluzionarie dell’azienda scozzese Touch bionics, che collegandosi all’arto amputato si muovono naturalmente seguendo i muscoli rimasti dell’individuo, oppure facendo dei movimenti preimpostati attivati da uno smarthphone. È possibile addirittura programmare il tablet, collegato elettronicamente alla protesi, permettendo di eseguire le varie mosse che si vogliono fare a seconda del contesto: per esempio mentre si fa sport, o quando si sta lavorando. Ci sono protesi per mani e braccia in lattice, simili alle mani normali, oppure ci sono arti robotizzati che ridanno a chi le indossa la sensibilità e l’uso di uno o più dita permettendo all’individuo di compiere qualsiasi gesto. Durante la conferenza “oltre le paralimpiadi: sport, tecnologia e nuove abilità” organizzata presso l’ambasciata inglese in Italia, è stato possibile conoscere il meglio della scienza al servizio degli atleti paralimpici e delle persone disabili. Alex Zanardi, Annalisa Minetti, Luca Pancalli hanno parlato delle loro esperienze olimpiche e umane e di quanto gli atleti paralimpiaci durante i giochi di Londra 2012 sono riusciti ad ispirarli. Durante le olimpiadi la capitale inglese ha dato il meglio di sé ed è stata garantita la mobilità di migliaia di atleti con ridotta capacità motoria, Emma Boggis, responsabile del programma Legacy del governo britannico, ha parlato dell’importanza dei mezzi di trasporto.
AUTOMOBILI – Il responsabile della piattaforma Autonomy della Fiat, Umberto Murazio, ha presentato le più innovative tecnologie che si possono applicare alle normali autovetture per consentire la guida anche a persone senza gambe. «Non esiste una vettura solo per disabili», spiega Murazio, l’unico collegamento tra queste macchine e la disabilità è che noi facciamo delle modifiche internamente per dare alle persone quello di cui hanno bisogno». Una volta c’era solo il cambio automatico, adesso c’è l’acceleratore elettronico a rotazione, posizionato come un ulteriore cerchio parallelo al volante, il freno di servizio è a forma di leva sotto gli attivatori delle frecce. Ovviamente il tutto in un contesto di stile, design e comfort perfettamente identici agli altri modelli. Due tasti posizionati vicino allo sportello servono a disattivare l’acceleratore elettronico e a ripristinare le funzioni base del veicolo, così che chiunque lo può guidare oppure, volendo comprare un nuovo prodotto, si può semplicemente rimettere il veicolo nel circuito dell’usato. Sono state mostrate le funzionalità di tante autovetture con i dispositivi più vari: pedane sollevatrici, sistemi di ritenuta della carrozzina e pedane telescopiche. I costi per aggiungere questi dispositivi all’auto vanno da circa mille euro fino a dodici mila per sistemi estremamente sofisticati in cui si guida usando solo un joystick, adatto a persone con gravi lesioni. Ci sono poi le innovative e multifunzionali cinture di sicurezza e i ganci della Unwin Safety Systems che servono per tenere fermo durante il viaggio il passeggero sulla sedia a rotella sistemata a bordo della vettura. Alex Zanardi, riflettendo su questi nuovissimi dispositivi scherza «ci sono delle soluzioni certamente geniali, ma se pensiamo a quello che può fare un cellulare, ormai non c’è più nessun tabù, l’aspetto fondamentale è la domanda che se esaudita origina la soddisfazione del cliente, poi per rispondere alle nostre esigenze si può arrivare a soluzioni davvero innovative».
Chiara Masini